sabato 13 dicembre 2008

Obama sceglie Chu come Segretario all'Energia

Obama sarebbe in procinto di sciogliere la riserva per un altro ruolo delicato della sua futura amministrazione, quello di Segretario all'Energia, puntando su Steven Chu, attualmente direttore del Lawrence Berkeley National Laboratory ma soprattutto vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1997.
Chu è un insegnante di fisica molecolare e biologia cellulare, e si occuperà di portare avanti le politiche energetiche e ambientali promesse da Obama.
La lista dei papabili comprendeva tra gli altri la Governatrice del Michigan Jennipher Granholm, l'ex collaboratore di Clinton e ora dirigente di Google Dan Reicher e il direttore del settore sviluppo di Google, Sonal Shah.
Le nuove politiche ecologiche sono un punto centrale nel programma di Obama, che intende ridurre la dipendenza dal petrolio straniero potenziando le energie alternative e usando le tecnologie verdi per uscire dalla crisi economica. Anche se Obama in questi giorni sta parlando meno di ecologia, per paura che queste misure possano pesare sulla situazione economica, è fuori di dubbio che il prossimo Segretario all'Energia si dovrà fare carico delle riforme promesse.
I Democratici erano preoccupati per l'assenza di un nome forte in grado di occuparsi di questi temi, e che potrebbe diventare una sorta di "zar" del clima - un posto che sembrava destinato ad Arnold Schwarzenegger in caso di vittoria Repubblicana. Per questo, complice un incontro tra i due, si era sparsa la voce che Obama volesse coinvolgere Al Gore.
Obama ha inoltre scelto Lisa Jackson, attuale capo dello staff del Governatore del New Jersey, come capo della Environmental Protection Agency (Epa), l'agenzia federale che si occupa della protezione dell'ambiente, e Nancy Sutley come capo del Consiglio della Casa Bianca per la qualità ambientale.

venerdì 12 dicembre 2008

4 posti ancora da assegnare

Dopo aver assegnato i posti chiave della sua amministrazione, ad Obama resta da sciogliere il nodo delle nomine di livello inferiore ma importanti a livello burocratico e con notevoli poteri.
"Politico" ha stilato una lista di quattro di queste posizioni ancora aperte, che potrebbero riservare delle sorprese vista la particolare situazione di crisi economica e le priorità del programma di Obama.

1 e 2. Direttore della CIA e Direttore dell'Intelligence nazionale
La lista dei papabili per la CIA comprende tra gli altri l'ex deputato dell'Indiana Tim Roemer, già membro della commissione di inchiesta sull'11 settembre; l'attuale vice direttore della CIA Stephen Kappes; l'ex rappresentante Democratica delle commissioni sulla sicurezza, Jane Harman.
Per l'intelligence: l'ex ammiraglio Dennis Blair, lo stesso Tim Roemer e l'attuale numero 2 del DNI Don Kerr.
I due potenti posti dirigenziali per la sicurezza nazionale in cima all'intelligence americana, il direttore della CIA e il direttore dell'Intelligence Nazionale, sono ancora vacanti. Obama sembra cercare candidati che rappresentino un cambiamento rispetto all'amministrazione Bush ma che sappiano navigare nelle acque notoriamente tempestose degli affari interni. Obama sembrava puntare per la CIA su John Brennan, ex direttore dell'antiterrorismo, che però la scorsa settimana ha pensato bene di rilasciare dichiarazioni ambigue riguardo l'uso della tortura, uscendo immediatamente dalla lista di Obama.
Anche se il posto di DNI è più alto in grado, il direttore della CIA ha uno speciale status nella vita politica americana. I nuovi scelti dovranno muoversi nel mondo post-11 settembre e riuscire a difendere l'America non potendo contare più sulla copertura data da Bush alla CIA. Se Obama sarà di parola, verranno aboltie le tecniche di interrogatorio che sfociano nella tortura, e verrà chiuso Guantanamo, ma se si verificherà un nuovo attacco, i due dirigenti dell'intelligence saranno i primi ad essere chiamati in causa. Inoltre queste persone dovranno ideare nuovi modi per perseguire i terroristi, soprattutto se Obama vorrà proseguire la caccia a bin Laden.

3. Segretario al Lavoro
Tra i papabili: la Governatrice del Kansas Kathleen Sebelius, Jennipher Granholm, l'ex consigliera di Bill Clinton Maria Echaveste.
I sindacati, che venivano tenuti poco in considerazione sotto Clinton e sono stati ignorati da Bush, si sono schierati sin dall'inizio per Obama e ora si aspettano di trovare un alleato nel governo.
Non ci si deve aspettare che Obama nomini qualcuno che si opponga alle politiche economiche di Geithner e del consigliere all'economia Larry Summers, come sperano i sindacati, ma Obama potrebbe cercare di far felici le unioni incaricando il nuovo Segretario di portare avanti un piano di aumento dell'occupazione mai visto negli ultimi anni.
Inoltre il Segretario al Lavoro potrebbe avere un ruolo chiave nel piano di salvataggio delle industrie automobilistiche, e questo sembrerebbe favorire la Governatrice del Michigan Granholm. Si tratta comunque di un incarico ingrato, soprattutto visto che il movimento sindacale attualmente è diviso e sembra quasi impossibile mettere d'accordo tutti.

4. Capo dell'Ufficio Tecnologico
La lista: Vinton Cherf, scienziato tecnologico in forza a Google, Julius Genachowski, ex consulente del Federal Communications Commission e consigliere di Obama, il capo della Symantec John W. Thompson.
Al Gore venne preso in giro quando asserì di aver inventato Internet, ma Vinton Cherf è un altro che può affermarlo a testa alta.
Obama ha usato Internet e le tecnologie come nessun altro per arrivare alla Casa Bianca, perciò è normale che cerchi una persona in grado di occuparsi di tutto il settore tecnologico della nuova amministrazione e che sappia trattare con la nuova Federal Communications Commission per arrivare a nuove politiche su Internet (Obama ha detto di voler aumentare la copertura Web in Usa). Un dirigente di Google sembrerebbe l'ideale per questo lavoro, e visto che l'amministratore delegato Eric Schmidt ha già detto di non essere interessato, Cerf sembra in prima linea.

Fonte: Politico

mercoledì 10 dicembre 2008

Lo scandalo Blagojevich sfiora Obama

Nella conferenza stampa seguita all'arresto del Governatore dell'Illinois, il Procuratore Patrick Fitzgerald ha ripetutamente affermato che Obama non ha nulla a che vedere con il complesso meccanismo criminale messo in atto da Blagojevich e dai suoi accoliti, ma evidentemente il neo-presidente non può essere contento di vedere il proprio stato di elezione e persone collegate a lui finire in uno dei maggiori scandali politici degli ultimi anni. perciò Obama, dopo un incontro con Al Gore a Chicago, ha affrontato la questione con un laconico comunicato "Non ho avuto contatti con il Governatore o con il suo ufficio, perciò non ero a conoscenza di quanto stesse accadendo. Come ho già detto è un giorno triste per l'Illinois. A parte questo non credo che per me sia appropriato fare altri commenti", e successivamente ha chiesto le dimissioni del Governatore. David Axelrod ha invece dovuto smentire una sua affermazione del mese scorso, in cui lasciava intendere che Obama e Blagojevich avessero parlato a proposito del seggio al Senato lasciato vacante dal neo Presidente.
Ma la questione del seggio è solo una delle accuse contro il Governatore, la cui amministrazione è sotto indagine da anni: Blagojevich avrebbe messo in piedi un sistema di corruzione atto ad estorcere contributi per la campagna elettorale persino dai fondi di un ospedale infantile, convincere i proprietari del Chicago Tribune a licenziare editorialisti poco gradite in cambio di aiuti al giornale, e infine chiedere soldi e favori (anche al team di Obama) per la nomina del nuovo Senatore.
Indubbiamente nelle prossime settimane Obama dovrà tornare a commentare l'inchiesta, mentre il suos taff proverà a distanziarlo da un uomo che il Presidente eletto ha appoggiato nella sua elezione del 2002 e nella rielezione del 2006.
Dalle intercettazioni ambientali dell'FBI risulta che già il 5 novembre, subito dopo le elezioni, Blagojevich ha detto al suo vice di voler contattare il team di Obama per ottenere un posto da ambasciatore o come Segretario alla Salute in cambio dell'assegnazione del seggio ad un candidato gradito "Ho questa cosa che vale oro, e non la darò via per niente" risulta abbia detto nelle registrazioni.
Il 10 novembre Blagojevich ha tenuto un meeting con sua moglie, alcuni aiutanti e una manciata di consiglieri di Washington. In questa riunione Blagojevich appare frustrato per non aver fatto passi avanti nel suo piano, ma non è chiaro se sia riuscito ad entrare in contatto con il team di Obama avendo poi ricevuto un rifiuto o se abbia fallito anche nello stabilire un contatto. Fatto sta che il Governatore si lamenta perchè "I consiglieri mi ripetono che dovrei dare a questo figlio di puttana [Obama] il suo Senatore senza avere nulla in cambio".
L'11 novembre, Blagojevich dice al suo capo dello staff John Harris, anch'egli arrestato, di sapere il nome del candidato preferito da Obama per la sua successione (nome che non è presente nelle intercettazioni), ma si lamenta perchè in cambio della nomina "Non otterrò nulla a parte la gratitudine". Tuttavia non è chiaro se il Governatore parli dopo aver avuto notizie precise dal team di Obama o se si tratti di sue supposizioni.
Per nulla abbattuto, lo stesso giorno Blagojevich programma di creare un'associazione no-profit chiamata 501(c)(4) e di affidarla a qualche personaggio vicino a Obama "Warren Buffet, o uno di questi tizi che lo hanno aiutato su cose simili". In questo modo pensava che Obama e persone a lui vicine potessero "convincere Buffet e altri a mettere, 20, 12 o 15 milioni di dollari nell'organizzazione". A quel punto Blagojevich si sarebbe dimesso da Governatore ed avrebbe preso le redini dell'organizzazione.
Il 12 novembre, Blagojevich incontra un rappresentante del SEIU, il sindacato degli impiegati pubblici, e durante la conversazione spiega di capire che il rappresentate è un "emissario per discutere della candidatura al Senato" e spiega anche a lui l'idea relavita ala 501(c)(4). Il sindacalista non dà risposte precise ma sembra d'accordo.
Il 13 novembre Blagojevich tenta nuovamente di contattare il team di Obama con la storia dell'organizzazione 501(c)(4). In mancanza di un contatto diretto, il Governatore spiega ai suoi accoliti di voler tentare un approccio con un non identificato intermediario che lo potrebbe mettere in contatto con Obama, e si dice convinto che parlare della 501(c)(4) rappresenti un modo efficace per far capire che il suo reale interesse è quello di parlare del seggio al Senato. Anche questo piano però non darà i suoi frutti, e Blagojevich progetta un "piano B", che consiste nel rivolgersi direttamente ai vari candidati al seggio in Senato, chiedendo in cambio della nomina un posto per la moglie nel consiglio di amministrazione di qualche fondazione privata o corporazione "con un sostanzioso salario".
Blagojevich nel corso delle intercettazioni parla di 6 candidati al posto al Senato, chiamandoli per numero e mai per nome. Il quotidiano "The Hill", basandosi sui pochi indizi a disposizione, ha provato a dare un nome ai 6 candidati.
Il n. 1, quello gradito ad Obama, sarebbe Valerie Jarrett, che però 10 giorni dopo le elezioni è stata nominata direttrice delle Relazioni Pubbliche alla Casa Bianca.
Il n.2 potrebbe essere il Procuratore Generale dell'Illinois Lisa Madigan. Al n.3 Blagojevch fa riferimento solo una volta, in merito a un suo progetto non andato in porto: potrebbe essere il deputato Jan Schakowsky ma gli indizi sono troppo pochi. Il n.4 è probabilmente uno dei vice del Governatore, forse Louanner Peters.
Il n.5 è il candidato i cui emissari hanno offerto 1 milione di $ a Blagojevich, e sarebbe quindi l'unico veramente implicato nelle indagini. La ABC ha affermato che si tratta di Jesse Jackson Jr., anche se l'interessato ovviamente nega.
Il n.6 non ha un nome preciso, ma si tratta di un miliardario a cui il Governatore intendeva chiedere aiuto per raccogliere soldi per l'organizzaione 501(c)(4).

martedì 9 dicembre 2008

In manette il Governatore dell'Illinois

Dopo che l'Illinois ha vissuto una bella pagina di riscatto con l'elezione di Obama, torna quella che nel gergo giornalistico americano si chiama la politica "Chicago style". Rod Blagojevich, Governatore Democratico dell'Illinois, è stato arrestato dall'FBI nella giornata di martedì con l'accusa di corruzione. Tra le varie accuse per Blagojevich e il suo capo dello staff John Harris, la più grave è quella di aver cercato di "ottenere benefici finanziari dall'assegnazione del seggio del Senato lasciato libero da Obama", in pratica il Governatore avrebbe messo in vendita il seggio per il nuovo Senatore dell'Illinois.
Secondo le accuse, il Governatore avrebbe chiesto una ingente donazione da accreditare a una fondazione no-profit o a un'organizzazione affiliata ai sindacati, un posto per sua moglie nel consiglio di amministrazione di una corporation per uno stipendio non inferiore a 150.000 dollari l'anno, promesse di fondi per la campagna elettorale, un posto di rilievo nell'amministrazione o come ambasciatore.
Oltre a questa vicenda collegata al posto senatoriale di Obama, Blagojevich, Harris e altri sono accusati di aver cercato di ottenere contributi illegali e di aver fatto pressioni sull'editore del "Chicago Tribune" affinchè licenziasse alcuni editorialisti poco graditi.
Blagojevich era nel mirino delle indagini federali già da tempo, e il suo nome era stato coinvolto nel processo contro Tony Rezko, l'affarista che aveva avuto legami anche con la famiglia Obama. In diverse occasioni si è parlato di impeachment per Blagojevich, che è al suo secondo mandato come Governatore dopo aver succeduto a Rah Emanuel come Deputato dell'Illinois.
Dal team di Obama non sono arrivati commenti, così come dagli illustri candidati ad ottenere il seggio del neo-presidente, tra cui il Reverendo Jesse Jackson e la veterana della guerra in Iraq Tammy Duckworth.

Un altro ostacolo per la Clinton

La corsa di Hillary Clinton al Dipartimento di Stato continua ad essere disseminata di ostacoli. Dopo aver superati quelli relativi al conflitto di interessi di suo marito Bill - che ha dovuto rinunciare a buona parte delle sue attività per tutto il periodo in cui sua moglie sarà in carica - ora spunta un nuovo problema che potrebbe pregiudicare la conferma della Senatrice. A parlarne è il New York Times, che sta dimostrando una particolare acrimonia verso la candidata che aveva appoggiato nelle primarie. Dopo aver messo in evidenza che il suo curriculum è decisamente inferiore a quello dei suoi predecessori, e che "non parla nessuna lingua straniera non ha mai negoziato un accordo tra due parti in guerra.[...] Insomma, è difficile credere che "la signora Clinton abbia ricevuto per osmosi esperienze di politica estera di prima mano nei suoi 8 anni alla Casa Bianca"." (e pensare che era stato proprio il NYT ad evidenziare l'esperienza della Clinton come motivo per l'endorsement a febbraio), il quotidiano riporta che i Repubblicani sono pronti a chiedere l'annullamento della nomina di Hillary in quanto a gennaio la Senatrice ha votato a favore di un decreto di Bush che aumentava lo stipendio del Segretario di Stato. Ebbene, l'articolo I della Costituzione vieta la nomina al governo di quei membri del Congresso che abbiano votato un aumento di stipendio per la posizione che andranno ad occupare.
C'è tuttavia una scappatoia già usata in diverse occasioni, ad esempio da Bill Clinton per poter nominare Lloyd Bentsen al Tesoro: votare una legge ad personam che abbassi la retribuzione di Hillary mentre è al Dipartimento di Stato.
Il principio è noto come il metodo "Saxbe" dopo che Richard Nixon lo usò per affidare la Giustizia al senatore William Saxbe, ma il primo ad usarlo è stato il Presidente Taft nel 1909 proprio per la nomina del Segretario di Stato.

Intanto è partita anche la corsa a sostituire Hillary nel posto che lascerà al Senato. La legge prevede infatti che non ci sia un'elezione suppletiva per sostituirla, ma che sia il Governatore di New York (lo stato di elezione della Clinton) a nominare un sostituto fino alle prossime elezioni di medio termine. Il Governatore David Paterson sembrava intenzionato a proporre il posto a Bill Clinton, che ha già fatto sapere di non essere interessato. Paterson potrebbe quindi decidere di occupare lui stesso il posto, liberando così quello di Governatore, che ha occupato in sostituzione di Spitzer, dimissionario lo scorso marzo per uno scandalo sessuale (Paterson è un non vedente, ed era il vice di Spitzer). La scelta potrebbe non piacere ai Democratici, che in un primo momento vedevano di buon occhio le dimissioni di Paterson ma che ora temono la candidatura di Rudolph Giuliani. Si è quindi fatta avanti Caroline Kennedy, che ha espresso a Paterson il proprio interessamento al seggio, diventando inevitabilmente la favorita.

lunedì 8 dicembre 2008

Sono stati fatti degli sbagli /4

I (non) più grandi fan della Palin



Due accesi sostenitori di John McCain si sono resi responsabili di quelli che sono stati ribattezzati "un-endorsement" nei confronti della candidata alla vice presidenza Sarah Palin, salvo poi cercare di correggersi.

"Grazie a Dio, lei non dovrà fare la Presidente dal primo giorno. McCain starà bene a lungo. Ho parlato con i suoi medici, e mi hanno detto che, basandosi sul suo stato di salute attuale, McCain vivrà più di 85 anni", Joe Lieberman.

"Io non credo che la Palin sia pronta a prendere le redini della presidenza. Però posso citare un gran numero di vicepresidenti che non erano pronti, quindi è possibile che lei diventi adeguata, anche se non proprio un genio", Lawrence Eagleburger, ex Segretario di Stato.