sabato 30 agosto 2008

A Dayton il debutto del ticket Repubblicano

John McCain ha presentato alla folla accorsa in Ohio "il prossimo vicepresidente degli Stati Uniti" la 44enne Sarah Palin che a sorpresa è stata preferita a nomi ben più altisonanti come Mitt Romney.
"E' esattamente ciò di cui il paese ha bisogno per aiutarmi a combattere le vecchie politiche di Washington" ha detto il Repubblicano.
La Palin si è dichiarata onorata della candidatura e si è descritta come una nemica della corruzione e una sostenitrice delle riforme bipartisan.

Le reazioni alla scelta di McCain sono state estremamente positive tra la destra religiosa, che ha elogiato la nomina di Sarah Palin, ma non solo state altrettanto calorose tra i conservatori, che hanno sicuramente apprezzato lo scampato pericolo di un vice più liberal, ma hanno criticato la scelta di una persona con così poca esperienza. Il National Review dice senza mezzi termini "Sarah Palin è stata governatore per due minuti, e fra un anno potrebbe essere Presidente. Questa preoccupazione è ulteriormente aggravata dall'età di McCain".
Non sono ancora arrivati i commenti degli altri nomi presenti nella lista di McCain, Romney in testa. Sarah Palin, cristiana evangelica pentecostale, è molto gradita alla destra religiosa, e persegue di fatto le stesse politiche di George W. Bush.
Questo particolare è stato al centro delle reazioni negative da parte dei Democratici, che hanno subito cercato di smontare l'effetto novità della Palin, con cui McCain vorrebbe togliere a Obama la leadership nella ricerca del cambiamento.

"E' una scelta estremamente rischiosa, ma probabilmente a McCain non è rimasto altro" ha detto il deputato James Clyburne, paragonando la scelta di McCain a quella di Walter Mondale nel 1094 "Mondale provò a smuovere le cose scegliendo Geraldine Ferraro, che si rivelò un disastro".
Il portavoce di Obama ha invece messo nel bersaglio la mancanza di esperienza della Palin "che prima di diventare Governatore è stata sindaco di una cittadina di 9.000 abitanti", e la sua vicinanza al Senatore Ted Stevens, recentemente finito sotto inchiesta per corruzione. Hanno poi ricordato che la Palin "aggiunge altre tre case a quelle già possedute da McCain".
Successivamente Obama ha ammorbidito i toni "In questa fase la campagna elettorale comincia ad essere troppo accesa" ha detto, criticando apparentemente anche il suo stesso staff. Anche Joe Biden si è congratulato con la Palin dicendosi ansioso di incontrarla.

Hillary Clinton ha salutato la candidatura della Palin come "un momento storico" ma "resta la scelta sbagliata. La Governatrice Palin ha conseguito una nomination storica ma le sue politiche porterebbero il paese nella direzione sbagliata".
McCain ha poi difeso la Palin dall'accusa di avere scarsa esperienza "Si è candidata per la prima volta nel 1992. Io non so cosa stesse facendo Obama nel 1992, ma sono 16 anni, credo sia una carriera molto ricca".

venerdì 29 agosto 2008

Breaking news: McCain ha scelto Sarah Palin



A sorpresa, Sarah Palin, 44 anni, Governatrice dell'Alaska, è stata scelta da John McCain come candidata Repubblicana alla vicepresidenza.
Governatrice dal 2004, la Palin è una conservatrice anti-abortista. Si oppone ai matrimoni gay ed è favorevole alla pena di morte e al possesso di armi da fuoco.
Ha 5 figli, di cui uno nato con la sindrome di Down. Nonostante fosse consapevole della malattia del feto, ha voluto ugualmente portare a termine la gravidanza.
E' a favore della ricerca di petrolio nei parchi naturali dell'Alaska, a cui McCain si oppone.
Attualmente la sua amministrazione è sotto inchiesta per abuso di potere. La Palin è accusata di aver rimosso il commissario alla pubblica sicurezza perchè si era rifiutato di licenziare l'ex marito della sorella della Governatrice, che è nell'esercito dell'Alaska.

Seguiranno aggiornamenti.

McCain avrebbe scelto la Palin, secondo alcune fonti



CNBC e Chicago Tribune danno per certa la scelta di Sarah Palin, Governatrice dell'Alaska, come vice di McCain, anche se manca una conferma ufficiale.


In precedenza

Il Governatore del Minnesota Tim Pawlenty non è partito per Dayton, Ohio, dove tra poche ore McCain annuncerà il proprio vice.
A questo punto la strada sembra spianata per Romney, visto che neppure Ridge è stato avvistati in Ohio.
Negli ultimi minuti i giornalisti americani sono però in fermento per la notizia di un volo partito in gran segreto dall'Alaska e diretto a Dayton. Questo farebbe pensare ad una scelta inattesa, quella di una donna, la Governatrice dell'Alaska Sarah Palin.

Update: il portavoce della Palin nega che la Governatrice sia in volo per Daytorn. A questo punto rimangono in gioco Romney (ma in molti dicono che le sue quotazioni sono in calo) o Lieberman, che a questo punto è l'unico nella lista dei possibili VP a presenziare al comizio a Dayton.

"Sono pronto a battere McCain"

Davanti a più di 80.000 persone nello stadio Invesco Field di Denver, Barack Obama ha accettato la nomination Democratica con un discorso che è un appello a voltare pagina rispetto agli 8 anni di Bush, e allo stesso tempo un duro attacco a McCain.

"John McCain ha sostenuto il 90% delle decisioni di Bush. Voi accettereste un cambiamento del 10%? Io no".
Come gli chiedevano in molti, Obama è apparso più concreto nell'affrontare i temi della campagna elettorale, in modo particolare l'economia e la crisi energetica ("nei prossimi dieci anni metteremo fine alla dipendenza dal petrolio mediorientale") pur non rinunciando ai toni retorici che gli sono propri ("Il cambiamento avviene perchè la gente lo vuole e si alza per sostenere nuove idee e nuovi leader", "America, siamo migliori degli ultimi otto anni").

Obama ha descritto McCain come "fuori sintonia" con i problemi degli americani "Non è che a John McCain non interessino i problemi dell'America, è che non li capisce. Il suo consigliere economico ha detto che l'economia sta facendo grandi progressi, e che l'ansia degli americani è solo 'recessione mentale' perchè siamo una nazione di frignoni"
Obama ha parlato anche della guerra in Iraq attaccando McCain sul tema in cui il Repubblicano appare più forte - tattica insolita per un Democratico. "Quando McCain pensava già ad attaccare l’Iraq, subito dopo l’11 settembre, io mi sono opposto alla guerra, nella convinzione che ci avrebbe distratto dalla reale minaccia del terrorismo. E quando McCain pensava che in Afghanistan sarebbe stata una passeggiata, io ho detto che avevamo bisogno di mandare altre truppe per portare a termine la guerra contro i terroristi che ci avevano attaccato e ho detto chiaro che dovevamo fare fuori Osama bin Laden ovunque e a qualunque costo. McCain dice che andrà a prenderlo inseguendolo fino alle porte dell'inferno, peccato non siano andati a cercarlo nelle caverne in cui si nasconde" ma ha tenuto a precisare "Non avrò esitazioni a difendere questo Paese e, se necessario, invierò le nostre truppe ma con una missione chiara e il sacro impegno di dare a loro l'equipaggiamento di cui hanno bisogno in battaglia e l'assistenza che meritano quando torneranno a casa".
Obama non si è tirato indietro riguardo le perplessità che la sua candidatura genera "Dicono che la nostra insistenza sui grandi temi sia solo un cavallo di Troia per aumentare le tasse e abbandonare i valori tradizionali. Non è una sorpresa. Se non hai idee nuove cerchi di spaventare gli elettori. Se le vostre speranze sono state deluse in precedenza, allora meglio affidarsi a quello che già conoscete. Lo capisco".
Ha anche risposto all'accusa di non essere patriottico "Il patriottismo non ha partito. Amo questo paese così come lo ama John McCain. Gli americani che hanno combattuto non l'hanno fatto per i Democratici o per i Repubblicani, ma per l'America. Ho una notizia per te, John McCain, noi tutti mettiamo l'America al primo posto"

Entusiasti i commenti di Hillary Clinton e del premio Pulitzer Carl Bernstein, che ha paragonato il discorso di Obama a quello di Kennedy nella convention del 1960.

Molto duro il commento di McCain "Quando i fuochi d'artificio finiscono e non c'è più niente da dire, Obama rimane impreparato a fare il Presidente".

In precedenza, Al Gore era salito sul palco paragonando l'importanza di queste elezioni a quelle del 2000, e ironizzando su McCain "La stessa politica ancora una volta? Ehi, io credo nel riciclo ma questo è ridicolo".

giovedì 28 agosto 2008

Per McCain è l'ora di risolvere l'enigma del vice

La scelta di Barack Obama di Joe Biden come candidato alla vicepresidenza sembra stia complicando i piani di John McCain per la selezione del suo vice, il cui annuncio è atteso nella giornata di domani, poco dopo la chiusura della convention Democratica di Denver, prevista per stanotte.
"Politico.com" riporta che alcuni insider del partito stanno facendo pressioni su McCain affinchè faccia una scelta che lo renda credibile sul tema dell'economia, gli consenta di sottrarre uno stato ai Democratici o lo renda più battagliero.
"McCain conosce bene Biden, sa che è un combattente capace di mettere in difficoltà ogni avversario" ha detto un membro del partito Repubblicano. I possibili vice di McCain sono diventati improvvisamente pieni di punti deboli se paragonati all'esperto Senatore senior del Delaware, in carica da sei mandati.

L'ex Governatore del Massachusetts Mitt Romney continua ad essere il favorito, in questi giorni era a Denver in una "controconvention" e ieri sera è stato visto circondato da agenti federali.
Romney servirebbe a coprire le carenze di McCain in economia, ma una gaffe del Senatore sulnumero delle proprie case - ha detto a Politico di non sapere di preciso quante ne possieda - rende controversa la scelta del miliardario Romney come partner.
I Democratici hanno già calcolato che i due possiedono in totale una dozzina di case, valutate attorno ai 35 milioni di $. Questo messaggio potrebbe danneggiare McCain in due modi: renderebbe poco credibile l'accusa a Obama di essere un elitario snob, e sfavorirebbe Romney a confronto con l'appeal di Biden presso il ceto medio e l'uomo comune.

A Denver è stato visto anche Tim Pawlenty. La forza del Governatore del Minnesota è la sua età rapportata all'esperienza di governo. Nei talk shownon si è tirato indietro dall'attaccare direttamente Obama, anche se con argomenti già sfruttati in campagna elettorale.
Ma Pawlenty, 48 anni, sembra troppo giovane e inesperto se accostato a Biden, 65 anni, eletto al Senato nel 1972, quando Pawlenty ne aveva 12.
Durante il suo servizio in Senato, Biden è diventato uno dei personaggi più ascoltati sugli affari esteri, il Presidente Bush lo chiamò come consigliere dopo gli attacchi dell'11 settembre.
Biden inoltre ha una lunga esperienza nei dibattiti che Pawlenty non ha. Un dibattito televisivo Biden-Pawlenty "è impensabile" ha detto un insider Repubblicano.

L'ex direttore della Sicurezza Nazionale Tom Ridge andrebbe bene come controparte di Biden in quanto a credenziali. L'opera di Ridge nell'amministrazione Bush dopo gli attentati del 2001 gli è riconosciuta da tutti. Da ex Governatore della Pennsylvania, compenserebbe anche la forza di Biden in quello stato, la cui classe operaia ha votato in massa la Clinton nelle primarie.
Ridge è anche in grado di reggere un dibattito, m come noto Ridge è un sostenitore del diritto all'aborto, cosa che peggiorerebbe i non facili rapporti di McCain con i conservatori.
Ridge ha cercato di correre ai ripari dicendo che non si occuperebbe di questioni etiche, ma una posizione del genere sarebbe terreno fertile per Biden, che potrebbe dipingere Ridge come un voltagabbana, screditando McCain presso indipendenti e donne.
Ridge ha anche avviato di recente uno studio legale che ha rapporti con le lobby e contratti in Albania. Obama coglierebbe questa occasione per mettere in dubbio le dichiarazioni di McCain contro le corporazioni.

Mentre i consiglieri spingono per una scelta strategica, McCain vorrebbe qualcuno che lo aiuti a governare e che possa prendere il suo posto. Questa filosofia sembra favorire il Senatore Democratico del Connecticut Joe Lieberman, che è già stato candidato alla vicepresidenza con Al Gore. Ma una scelta del genere provocherebbe un dibattito molto strano con Biden, visto che i due hanno lavorato fianco a fianco per anni sulle stesse posizioni riguardo aborto e altri temi che fanno infuriare i conservatori. Senza contare che entrambi sono parlatori instancabili: circola una battuta negli ambienti politici "Cosa avrebbe di speciale un dibattito Biden-Lieberman? Dovrebbe durare 11 ore"
Patrick Schlafly, del Forum conservatore Eagle, ha detto senza mezzi termini "Credo che Lieberman debba essere accompagnato fuori dalla convention. Non è un Repubblicano".

Le preoccupazioni dei Repubblicani sono confermate anche in questo caso da "Politico", il quale riporta che nei giorni scorsi Karl Rove - ex consigliere di Bush, e ultimamente molto vicino alla campagna di McCain - ha chiamato Lieberman chiedendogli di dichiararsi indisponibile alla vicepresidenza. Lieberman ha decisamente rifiutato, il che fa pensare che McCain stia ancora seriamente pensando di scegliere il Democratico come vice, puntando così sugli elettori ebrei e sui dems insoddisfatti di Obama.
Non succede dai tempi di Lincoln che un presidente Repubblicano scelga un vice del partito avverso. E' accaduto già due volte, e curiosamente in entrambi i casi il Presidente è morto anzitempo lasciando al proprio vice l'incombenza di governare con un'amministrazione di segno opposto al proprio.

Ma la scelta di Biden apre anche alcune possibilità a McCain. Se Biden rafforza le credenziali di Obama sulla politica estera, non rappresenta uno sforzo di raggiungere i moderati. Entrambi sono tra i membri più liberal del Congresso. C'è poi da considerare che finora i tre candidati certi (Obama/Biden e McCain) sono tutti Senatori, con esperienza parlamentare ma non di governo. Un Governatore (o ex Governatore) sembra una scelta ragionevole per equilibrare il ticket.
Brian Darling, analista politico, afferma che McCain "non deve rispondere" a Biden, e deve cogliere i vantaggi della flessibilità geografica che gli viene offerta.
"Se le elezioni saranno così incerte come indicato dai sondaggi, Joe Biden non influirà per niente sulla mappa elettorale".

Fonti: Politico.com, AbcNews

Obama nominato per acclamazione, Clinton lo consacra

Barack Obama è ufficialmente il candidato Democratico alla Casa Bianca, primo afro-americano nella storia. Come prevedibile, dopo il discorso di martedì, Hillary Clinton ha lasciato liberi i propri delegati di votare Obama. E' stata invece una sorpresa che, a due terzi delle votazioni dei delegati e con Obama in consistente vantaggio, Hillary ha chiesto di sospendere il voto a chiamata per acclamare Obama nominato di tutto il partito.
"Uniti, dichiariamo insieme in un'unica voce, qui e ora, che Barack Obama è il nostro candidato e sarà il nostro Presidente". Obama ha assistito alla votazione dalla sua camera d'albergo, mentre dava gli ultimi ritocchi al discorso di accettazione della nomination, che chiuderà la convention stasera all'Invesco Field di Denver, nel 45° anniversario del discorso "I have a dream" di Martin Luther King.

Il palco della serata di mercoledì è stato però tutto di Bill Clinton e del nominato alla vicepresidenza Joe Biden.

Clinton ha consacrato Obama, paragonando le rispettive storie "Sedici anni fa mi avete dato l’onore di guidare il nostro partito alla vittoria e guidare la nazione in una nuova era di pace e prosperità. Insieme abbiamo battuto i repubblicani in una campagna dura, nella quale venivo attaccato perché troppo giovane e inesperto per essere il comandante supremo delle forze armate. Vi ricorda qualcosa? Nel 1992 non ha funzionato, perché noi eravamo dalla parte giusta della storia. E non funzionerà neppure nel 2008, perché anche Obama è dalla parte giusta della storia".

Joe Biden ha accettato la nomination alla vicepresidenza e ha difeso Obama attaccando McCain "È pronto e questo è il suo momento. Milioni di americani sono finiti al tappeto durante la presidenza Bush e in questo momento gli americani, insieme, devono rialzare la testa. Il nostro è un popolo dotato di grandi risorse, il nostro debito nei contronti dei nostri antenati è troppo grande, il nostro obbligo nei confronti dei nostri figli troppo sacro. Quelle di novembre sono elezioni di eccezionale importanza. In questo momento l'America ha bisogno di un leader saggio, non di un buon soldato". Biden ha anche parlato della recente crisi tra Russia e Georgia, accusando Bush di non averla saputa affrontare.
A sorpresa, al termine del discorso di Biden Obama è salito sul palco per salutare il suo n° 2.

Stasera, oltre a Obama, parleranno il presidente del partito Howard Dean, Susan Eisenhower e Al Gore.

Qui, tutti gli interventi della convention sottotitolati in tempo reale.

mercoledì 27 agosto 2008

Convention di Denver: l'ora della Clinton

Il tema della seconda giornata della convention Democratica è "Rinnovare le promesse dell'America", un tema proposto da Hillary Clinton nel gennaio del 2007, quando stava per dare il via alla campagna presidenziale.
A 20 mesi di distanza lo scenario è senza dubbio diverso da quello che aveva prospettato, ma almeno per la serata di martedì è stata lei la star, e il suo discorso era atteso quasi quanto quello di Obama previsto per domani.
Non c'erano grossi dubbi sulla sostanza di quanto detto dalla ex First Lady, ma è stata la forma ad essere messa sotto il microscopio, per scorgere eventuali recriminazioni o un appoggio meno che incondizionato al nominato del partito.
Hillary Clinton, accolta trionfalmente dalla platea di Denver, ha dichiarato "Non c'è un momento da perdere e un voto da sprecare: dobbiamo eleggere Barack Obama presidente degli Stati Uniti. Non mi sono battuta per 35 anni per i bambini, per dare l'assistenza sanitaria a tutte le famiglie, per i diritti delle donne e per l'istruzione per vedere un altro repubblicano alla Casa Bianca"
Il suo discorso dovrebbe avere l'effetto di portare unità nel partito e convincere gli elettori della Senatrice a sostenere senza esitazioni la candidatura di Obama. Un sondaggio della CNN riporta che il 66% dei sostenitori della Clinton appoggia Obama, in calo rispetto al 75% di giugno. Evidentemente c'è della delusione per la mancata candidatura della Clinton alla vicepresidenza, ed è un'altra spaccatura da ricomporre.
Così Hillary si è appellata ai suoi elettori "Tutto quello che avete fatto in campagna elettorale era solo per me o per i valori in cui crediamo, per le madri malate di cancro senza assicurazione sanitaria? Mi ero candidata per dar voce alle persone che per otto anni sono rimaste invisibili: sono le stesse ragioni per cui oggi dovete votare per Obama".
Dopo il discorso, Obama ha chiamato la ex rivale per ringraziarla.
Oggi la Clinton incontrerà i suoi delegati, e si saprà se intenderà "donarli" tutti a Obama o se si terrà un "voto a chiamata", anche se simbolico, per assegnare la nomination.

Prima della Clinton, sul palco si sono alternati la Governatrice dell'Arizona Janet Napolitano, quella del Kansas Kathleen Sebelius, il Governatore del Massachusetts Deval Patrick, quello della Pennsylvania Ed Rendell e del Montana Brian Schweitzer.
Dopo la Clinton è stata la volta dell'ex Governatore della Virginia Mark Warner, che ha tenuto il keynote address, solitamente il discorso più atteso della convention ma questa volta parzialmente oscurato dall'attesa per la Senatrice di New York.
Come promesso, Warner ha tracciato la strada per il futuro del partito senza lanciare attacchi negativi a McCain, ha ricordato le sue origini umili, il successo raggiunto credendo nei propri mezzi (è un magnate della telefonia), e la volontà di rendere il sogno americano possibile per tutti. Tuttavia il suo keynote address non è stato paragonabile a quello che quattro anni fa fece conoscere al grande pubblico Barack Obama.
Dopo quello della Clinton, l'intervento più applaudito della serata è stato quello del semi-sconosciuto Governatore del Montana Brian Schweitzer, che ha fatto alzare in piedi il pubblico e battere le mani inneggiando a Obama, mentre Bob Casey Jr. ha coniato lo slogan "Four more months" (i quattro mesi che mancano alla fine del mandato di Bush).

martedì 26 agosto 2008

Il primo giorno della convention Democratica

All'esordio della convention Democratica è già chiaro quale sarà il leit-motiv, ovvero il dualismo Obama-Clinton. Visto che Hillary si porta in dote quasi 2000 delegati conquistati nelle primarie (alla fine, in un gesto di distensione, le delegazioni di Florida e Michigan sono state completamente ristabilite) è inevitabile che l'intento unitario di questa convention abbia un retrogusto polemico. In un incontro con i giornalisti domenica sera, il Governatore della Pennsylvania Ed Rendell, pur assicurando il suo sostegno a Obama, ha accusato i giornalisti di essere stati troppo faziosi verso il Senatore dell'Illinois e contro la Clinton durante le primarie. Lunedì Politico ha parlato di malumori di Bill Clinton, invitato a parlare di sicurezza nazionale mentre lui avrebbe voluto parlare di economica, ritenendo che le sue riforme economiche siano state denigrate durante le primarie. Ma sono stati soprattutto i Repubblicani a piombare sulla convention con uno spot televisivo in cui sono state usate delle dichiarazioni di Hillary Clinton contro Obama.
Hillary Clinton ha diffidato i Repubblicani dall'usare la sua immagine nei loro spot e, parafrasando la caratteristica frase di chiusura degli spot elettorali ha dichiarato "Sono Hillary Clinton e non approvo questo messaggio". Inoltre, circola voce che la Clinton potrebbe "donare" tutti i suoi delegati a Obama trasformando il voto in un plebiscito per il nominato. Quel che è sicuro, è che al momento della votazione la Clinton voterà per Obama.

Venendo alla convention vera e propria, è stata aperta dal discorso del presidente del partito Howard Dean, che davanti ai 4.400 delegati ha spiegato "durante questa convention, dimostreremo a tutti gli americani perchè è necessario che Barack Obama e Joe Biden vadano alla Casa Bianca". Dopo di lui hanno parlato Nancy Pelosi, Jesse Jackson Jr. e Claire McCaskill.
Il primo vero evento è stato però il discorso di Michelle Obama, che ha tenuto un appassionato intervento in cui ha raccontato i 19 anni di vita assieme al Senatore descrivendolo come un uomo legato ai valori della famiglia, alla dignità e al rispetto verso gli altri. Al termine del discorso, Barack Obama, che attualmente fa campagna elettorale in Missouri, si è rivolto ai delegati con un videomessaggio.
Ma in precedenza, la platea di Denver è stata elettrizzata dall'omaggio a Ted Kennedy, presentato dalla nipote Caroline che ha detto "Sono qui stasera per onorare due uomini che hanno cambiato la mia vita e quella del paese, Edward Kennedy e Barack Obama. Le loro storie sono diverse ma entrambi condividono un impegno verso gli ideali americani di giustizia ed equità, servizio e sacrificio, fede e famiglia. Leader così sono rari, ma una o due volte nella vita arrivano proprio quando ne abbiamo più bisogno".
A sorpresa, dopo che per tutto il giorno si erano inseguite voci, il Senatore del Massachusetts si è presentato alla convention nonostante le precarie condizioni di salute (gli è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello ed ha sbito da poco un'operazione).
Kennedy ha tenuto un breve ma significativo discorso invitando il partito all'unità "Ho scritto un discorso per questa convention, e voglio pronunciarlo a tutti i costi" aveva detto poco prima di presentarsi a Denver. "La speranza sorge ancora e il sogno continua a vivere. leggendo Obama avremo la garanzia che ogni americano, dal nord al sud, dall'est all'ovest, giovane o vecchio, avrà una qualità dell'assistenza sanitaria come un diritto fondamentale e non come un privilegio".

La festa Democratica è stata parzialmente rovinata dalla notizia che un gruppo di suprematisti bianchi stava preparando un attentato contro Obama. Sono state arrestate quattro persone che hanno confessato che l'omicidio sarebbe dovuto avvenire giovedì, durante il discorso di accettazione della nomination.

Photo gallery (clicca per ingrandire)

lunedì 25 agosto 2008

Sondaggi: la situazione dei Grandi Elettori /3


Questa la situazione prima che le convention Democratica e Repubblicana piombino sulla campagna elettorale dando finalmente (o almeno così dovrebbe essere) una solida base ai sondaggi.

Come si vede dall'ultimo rilevamento di Pollster, Obama è sceso al di sotto del quorum di 270 elettori, necessario per diventare Presidente. Rispetto al rilevamento della scorsa settimana, il Democratico ha perso ben 24 voti elettorali, che corrispondono all'Ohio (20 grandi elettori) e al New Hampshire (4 G.e.), che sono tornati ad essere incerti. In entrambi gli stati Obama continua ad essere in vantaggio ma il trend non è positivo. Le cattive notizie per Obama non finiscono qui, cala la leadership anche in Minnesota, e in generale il trend è negativo un po' ovunque anche se il vantaggio in stati chiave come la Pennsylvania (21 G.e., circa 8 punti di vantaggio), Illinois (21 G.e., 15 punti di vantaggio) e California (55 G.e, 18 punti di vantaggio) resta sostanzialmente invariato.
Apparentemente McCain non sembra approfittare dell'impasse di Obama, e rispetto alla scorsa settimana guadagna solo 7 Grandi elettori: rafforza infatti il vantaggio in Missouri (11 G.e., 4 punti di distacco), ma cala in North Carolina (15 G.e.,) dove il vantaggio scende a tre punti anche se sembra improbabile una rimonta di Obama. Il vantaggio è sceso infatti a causa dell'inserimento nei sondaggi del candidato Libertario Bob Barr.
Aumentano quindi gli stati indecisi ("Toss up"), con un incremento da 85 a 102 Grandi elettori ancora da assegnare. Tra questi si segnalano la Florida (27 G.e., McCain al 46,4% e Obama al 45,1%) e la Virginia (13 G.e., Obama al 45,6% e McCain al 44,4%).
A livello nazionale Obama è al 44,6% e McCain al 43,2%.

La mappa elettorale varia secondo CNN e Real Clear Politics. La CNN, che dà Obama al 46% e McCain al 42%, vede una situazione di maggiore incertezza, con 221 Grandi elettori per Obama, 189 per McCain e ben 128 in bilico.
RCP dà a Obama l'1,8% di vantaggio su McCain e gli dà 228 Grandi elettori contro i 174 di McCain e 136 in bilico. A livello metodologico va sempre notato però che RCP utilizza le medie di tutti i sondaggi disponibili, un metodo statisticamente inaccurato.
A livello nazionale, la scorsa settimana McCain ha superato Obama per la prima volta dopo molto tempo in un sondaggio Reuters, ma più o meno negli stessi giorni i sondaggi di CBS e NY Times, di Bloomberg e LA Times, di Fox News e di NBC e Wall Street Journal accreditano ad Democratico un vantaggio dai 2 ai 3 punti, comunque al di sotto del margine di errore. Un sondaggio di queste 0re della CNN/ORC dà invece i due candidati alla pari.

domenica 24 agosto 2008

Speriamo che sia Biden

Il giorno prima della nomina ufficiale di Biden, l'opinionista del New York Times David Brooks ha scritto un editoriale per caldeggiare fortemente la scelta del Senatore del Delaware.

di David Brooks (NY Times)

Barack Obama ha deciso il suo candidato alla vicepresidenza, e anche se non so ancora il nome, spero sia Joe Biden.
Le debolezze di Biden sono note. Ha detto una quantità di idiozie nel corso degli anni, e nei giorni successivi alla sua nomina queste gaffe saranno mandate in onda a ciclo continuo.
Ma questo non sarà un problema perchè gli elettori sono abbastanza intelligenti da perdonare i genuini difetti di una persona genuina. E Biden dà a Obama quello di cui necessita:

Radici nella classe operaia: Biden è un Democratico proletario. Suo padre era ricco da giovane - giocava a polo, possedeva yacht, guidava auto di lusso. Ma per una serie di cattivi affari e decisioni sbagliate andò in bancarotta quando Joe stava crescendo. Abitarono da alcuni parenti a Scranton, in Pennsylvania, poi si trasferirono in una sperduta area operaia di Wilmington, in Delaware. Il vecchio Biden si ridusse a pulire caldaie nei giorni feriali e a vendere cianfrusaglie al mercato nel fine settimana.
Suo figlio crebbe con l'orgoglio della classe operaia - secondo cui nessuno è migliore degli altri. Una volta Biden sr. lavorava in una concessionaria di automobili, e durante una festa natalizia il proprietario gettò delle monete d'argento a terra per vedere i meccanici e i venditori che si accapigliavano per prenderle. Biden sr. si licenziò all'istante.
Anche oggi, dopo aver servito per decenni nel luogo più pomposo del mondo, il Senatore continua a mantenere queste maniere semplici, e fa campagna elettorale con un piccolo esercito di Biden che sembrano usciti dal vicinato di Scranton.
I Democratici in generale, e Obama in particolare, hanno difficoltà a capire le classi operaie, soprattutto quelle cattoliche. Biden sarebbe il ponte.

Onestà: il tratto più famoso di Biden è la sua parlantina. Ma da giovane balbettava, e al liceo veniva preso in giro da compagni e insegnanti. Sviluppò uno strano sorriso per rilassare i muscoli della faccia e ha passato tutta la sua età adulta a recuperare il tempo perduto in gioventù.
Oggi, lo stile di Biden per alcuni è fastidioso, ma ha l'eccezionale caratteristica di essere diretto. Non importa chi tu sia, lui ti dirà esattamente ciò che pensa, e più di una volta.
I Presidenti hanno bisogno di qualcuno così diretto. Obama, che attira gli adulatori, ne ha bisogno più di tutti.

Lealtà: Subito dopo essere stato eletto in Senato nel 1972, sua moglie Neilia e sua figlia Naomi persero la vita in un incidente stradale. La carriera politica di Biden è stata contrassegnata da molte crisi. La sua campagna presidenziale del 1988 finì per un'accusa di plagio, lui per poco non morì di aneurisma.
Le nuove amministrazioni sono dominate da giovani arroganti, e c'è bisogno della presenza di chi se l'è vista brutta e sa guardare le sfumature da un'altra prospettiva.
In più, ci sono momenti in cui un Presidente annuncia decisioni che chiunque altro nel suo team contesta. In quei momenti, ha bisogno di un vice presidente che gli dia assoluto supporto. Questo tipo di lealtà è più facile che venga da persone che hanno vissuto momenti di crisi e hanno dovuto fare affidamento sugli altri.

Esperienza: Quando Obama dice di voler superare le divisioni di parte, intende un movimento che spazzi via la vecchia politica. Quando ne parla McCain, intende una riunione di saggi che cerchino vie di compromesso.
La visione di Obama è più romantica, quella di McCain più realistica.
Quando Joe Biden era un giovane Senatore, i suoi maestri erano Hubert Humphrey e Mike Mnsfield. Ha appreso le procedure politiche in un momento di minore contrapposizione tra partiti. Se Obama vuole far passare le sue proposte su energia e sistema sanitario, avrà bisogno di qualcuno che abbia quel tipo di conoscenza legislativa capace di unire i vecchi senatori.

Ci sono altri nomi per la vicepresidenza. Tim Kaine è una brava persona, ma sceglierlo sarebbe disastroso. Enfatizzerebbe tutte le preoccupazioni degli elettori sull'inesperienza.
Evan Bayh ha impeccabili credenziali centriste, ma il paese non è in un momento adatto per una spassionata cautela.
Biden è quello giusto. L'unica domanda è se Obama sia abbastanza saggio e consapevole da capirlo.

Copyright 2008 The New York Times Company