sabato 23 agosto 2008

Breaking news: Obama ha scelto Joe Biden


Joseph Biden, 65 anni, Senatore del Delaware e Presidente della Commissione esteri del Senato, è il candidato Democratico alla vicepresidenza.

Manca ancora la comunicazione ufficiale di Obama (che arriverà in anteprima via mail o sms agli iscritti alla sua mailing list) ma la notizia è trapelata dallo stesso team del candidato Democratico, quindi l'ufficializzazione è questione di ore.
I servizi segreti sono già partiti alla volta della casa di Biden per mettere a punto un piano di protezione.
La scelta di Biden è stata dettata dalla necessità di avere al fianco un esperto di politica estera, in un momento in cui la crisi russo-georgiana e le dimissioni di Musharraff in Pakistan hanno riportato gli scenari internazionali al centro del dibattito.

Update ore 9:30 L'annuncio è ufficiale, comparso anche sul sito di Obama

L'immagine “http://www.barackobama.com/images/vp/vp_inset_biden.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Ecco il testo dell'email mandata da Obama



"Ho qualcosa di importante che voglio rendere
ufficiale. Ho scelto Joe Biden come mio running mate. Joe ed io
esordiremo questo pomeriggio a Springfield, in Illinois, - lo stesso posto in
cui è partita la mia campagna, 19 mesi fa"

Questo è invece il commento del portavoce di McCain alla scelta di Obama.


"Non esistono critici più duri di Joe Biden per la mancanza di esperienza di
Obama. Biden ha denunciato la mancanza di giudizio di Obama in politica estera e
ha detto chiaramente ciò che gli americani stanno comprendendo, che Barack Obama
non è pronto per fare il Presidente"



Nel pomeriggio il ticket Democratico ha fatto il suo debutto a Springfield. Davanti a decine di migliaia di persone, Obama è salito sul palco da solo per presentare Biden, ricordando il suo curriculum politico e la sua storia personale.
Biden ha ripetutamente attaccato McCain dicendo "Non puoi cambiare l'America se hai sostenuto Bush per il 95% del tempo".

venerdì 22 agosto 2008

Obama chiama gli esclusi, McCain punta su Romney - Update: Obama-Bayh 08?

Fonti in entrambi i partiti affermano che i candidati sono vicini a formalizzare la loro scelta. Secondo un insider del Partito Democratico, in queste ore Barack Obama starebbe telefonando ai candidati presenti nella sua lista per spiegare loro il motivo per cui non li ha scelti. Successivamente annuncerà la sua decisione.
Pare che in queste ore i figli di Biden abbiano preso un aereo privato per raggiungere la casa del Senatore in Delaware, ammesso che questo sia un indizio.

Nelle stesse ore, due diverse fonti del Gop hanno riferito a TIME che McCain avrebbe deciso di scegliere Romney, e che la scelta sarà ufficializzata il 29 agosto, giorno del compleanno di McCain. Tuttavia il Repubblicano non avrebbe ancora informato Romney, come se volesse tenere aperta la porta per un cambiamento dell'ultimo minuto. Le stesse fonti sostengono che McCain stia cercando - per ora senza risultati - di convincere il Generale David Petraeus, comandante delle forze USA in Iraq, a candidarsi al suo fianco.

Update: una azienda del Kansas specializzata in materiale elettorale ha stampato alcuni sticker con la scritta Obama-Bayh 08. L'azienda non ha confermato nè spiegato se il materiale è stato stampato su commissione o su iniziativa autonoma.
L'immagine “http://www.kmbc.com/2008/0822/17269942_240X180.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Obama dà qualche indizio sul suo vice

Il conto alla rovescia per l'annuncio del vice scelto da Obama è partito, ma non si sa quando finirà. I media si aspetta(va)no che arrivasse in un momento qualsiasi tra martedì e domenica, ovvero l'inizio della convention. Quel che è certo è che Obama sta cercando di massimizzare l'attesa per rendere questo annuncio un evento, sembra quindi improbabile che l'annuncio arrivi domenica, giornata mediaticamente occupata dalla chiusura delle Olimpiadi e dall'inizio della convention Democratica. Oggi o domani potrebbero essere i giorni giusti, a meno che Obama non voglia stupire facendo l'annuncio direttamente a Denver.
Intanto in un'intervista a TIME, Obama si è finalmente lasciato sfuggire alcuni indizi sull'identikit del suo vice.

"Vorrei circondarmi di persone in grado di portare a termine il lavoro per cui
ci siamo impegnati, e che mettano al primo posto gli interessi del paese e non
il proprio ego. "

Obama quindi non vuole qualcuno che cerchi di avere sempre le prime pagine (e quindi che possa oscurarlo). A voler essere maligni, questo metterebbe fuori gioco il favorito Joe Biden, notoriamente presenzialista sui media.

Vorrei che le persone vedessero che non ho paura di avere vicino qualcuno che
sia complementare ai miei punti di forza.

Con questo accurato giro di parole Obama intende che non sceglierà qualcuno del tutto simile a lui, come fece Bill Clinton con Al Gore, ma qualcuno che abbia esperienza in quei settori in cui Obama è deficitario. Questo mettrebbe fuori gioco Kathleen Sebelius e Tim Kaine, che hanno un profilo speculare a Obama.
Sono contrario agli yes-man. Uno dei grandi fallimenti dell'amministrazione Bush è consistito nel circondarsi di persone che non avevano il coraggio di portare le cattive notizie o di contraddire il Presidente.

Questa è forse la frase più significativa, e indicherebbe che Obama potrebbe scegliere qualcuno che ha già discordato con lui in passato su qualcosa di importante come la guerra in Iraq.
Sulla base di queste poche frasi, il profilo che emerge è quello di Evan Bayh (basso profilo, esperienza di governo e in politica estera, sostenitore della guerra in Iraq) o un nome a sorpresa al di fuori di quelli circolati finora.

Fonte: Karen Tumulty, TIME

giovedì 21 agosto 2008

Con Ridge o Lieberman McCain vorrebbe scontentare i conservatori

Dopo essersi fatto apprezzare dall'elettorato conservatore e religioso durante il forum alla Saddleback Church, quando ha assicurato che condurrà sempre politiche a favore della vita e contro ogni forma di aborto, John McCain medita di fare una scelta che potrebbe nuovamente alienare i consensi dei conservatori. Anzi, secondo molti l'apparizione al forum religioso è servita proprio per bilanciare la possibile scelta.
McCain, ormai non è un segreto, vorrebbe scegliere come vice l'ex Governatore della Pennsylvania Tom Ridge (nella foto). I molti nomi fatti in questi mesi - da Pawlenty a Romney, passando per Crist (Cantor è stato scartato per i troppi legami con le lobby) - sarebbero per molti versi più indicati, ma non convincono del tutto McCain, che vorrebbe al proprio fianco una persona fidata. Infatti Ridge - oltre a rimettere in gioco la Pennsylvania, che nei sondaggi vede Obama in netto vantaggio - è soprattutto un amico fraterno del candidato Repubblicano.

Ridge, 63 anni, primo segretario alla Sicurezza interna dal 2003 al 2005 e consigliere dell'Amministrazione Bush, ha una grande competenza sulle questioni di sicurezza nazionale e politica estera, e rappresenterebbe quindi un doppione di McCain. E proprio come McCain è inviso ai conservatori a causa delle sue posizioni sull'aborto. Ridge non è certo un attivista pro-aborto, come riconosce anche il National Review, l'organo di stampa dei conservatori, ma si è espresso in favore di una legislazione che aumenti la libertà di scelta e che limiti il divieto dell'aborto solo a casi specifici.
McCain la scorsa settimana ha detto "Tom Ridge è un grande leader, e si dà il caso che sia pro-choice. Non credo che questo gli debba impedire di essere candidato alla vicepresidenza". Una frase che intendeva essere un banco di prova per testare le reazioni, che non si sono fatte attendere, e sono state fortemente negative da parte dei conservatori. Il National Review ha ammesso le qualità di Ridge ma ha invitato McCain a togliersi dalla testa di sceglierlo come vice, perchè una decisione in tal senso minerebbe la credibilità di McCain come difensore dei valori conservatori. Lo stesso ha detto l'influente speaker radiofonico Rush Limbaugh.
Tuttavia il campo di McCain questa settimana sta telefonando ai funzionari del Gop negli stati chiave per verificare le reazioni non solo all'apertura verso Ridge, ma in generale verso un candidato moderato-indipendente, profilo che corrisponde anche a Joe Lieberman.

Proprio in questa settimana si è diffusa la notizia che Lieberman è stato ufficialmente preso in considerazione dagli esaminatori. I leader del Gop stanno parlando con i vertici della campagna di McCain per invitarlo a non scegliere un indipendente che in Senato appartiene ancora al gruppo Democratico, e che si è sempre battutto contro gli anti-abortisti.
Ma a questo punto è evidente che il Senatore dell'Arizona aspetterà fino all'ultimo perchè non vuole lasciare nulla di intentato prima di rinunciare a quelle che per molti sarebbero le "scelte del cuore".
Curiosamente, se McCain scegliesse Ridge o Lieberman e Obama scegliesse Bayh, i Repubblicani avrebbero un candidato pro-choice e i Democratici uno pro-life.

mercoledì 20 agosto 2008

Il programma delle convention

In queste ore i due partiti stanno finendo di stilare i programmi delle rispettive convention, e mancano ormai solo gli ultimi particolari, soprattutto in casa Democratica, visto che la convention di Denver si terrà per prima.

La convention Democratica ha già scelto i propri leader, anzi le proprie leader: Nancy Pelosi sarà nominata presidente permanente della convention, la Governatrice del Kansas Kathleen Sebelius, il Senatore del Texas Letitia Van De Putte e il sindaco di Atlanta Shirley Franklin sarnno le co-presidenti mentre il compito di guidare la commissione democratica alla convention spetterà a Leah Daughty, capo dello staff di Howard Dean.

La convention verrà introdotta domenica 24 con un evento inedito, una riunione interreligiosa in cui Democratici rappresentanti di diverse religioni si riuniranno per condividere i valori in comune. Ci sono ancora dubbi sulla partecipazione di una rappresentanza di atei.

Lunedì 25 la convention si apre ufficialmente, il tema del giorno è "One Nation".
Parleranno Michelle Obama, introdotta dal fratello Craig Robinson, il sindaco di Denver John Hickenlooper, la Senatrice Claire McCaskill, Nancy Pelosi e l'ex Presidente Jimmy Carter.
E' previsto anche un intervento della sorella di Obama Maya Soetoro-Ng, i cui particolari devono ancora essere decisi.
Nel corso di questa giornata la convention tributerà un omaggio a Ted Kennedy, che per la prima volta dopo anni non potrà partecipare a causa delle sue condizioni di salute.
Obama e la Clinton sono arrivati ad un accordo riguardo il ruolo della Senatrice: nel corso della convention, nel giorno 25, si terrà un voto simbolico con i nomi dei due candidati in lista, voto che servirà ad ufficializzare la nomination di Obama e al tempo stesso a rendere omaggio all'importante percorso della Clinton.

Martedì 26 il tema è "Rinnovare le promesse dell'America", e la convention entra nel vivo con alcuni dei discorsi politicamente più rilevanti. Apre il Governatore dell'Ohio Ted Strickland, e qui potrebbe arrivare il primo omaggio all'impegno messo da Hillary Clinton nella campagna. Successivamente toccherà proprio ad Hillary salire sul palco per l'investitura ad Obama.
Infine sarà la volta del "keynote address". Il keynote è uno dei momenti più attesi della convention, il momento dell'unità per eccellenza. In più, soprattutto per i Democratici, il keynote è anche un'occasione per dare la parola ai volti più promettenti del partito. Nel recente passato, il keynote è servito da trampolino di lancio per importanti politici: nel 1984 dalla convention partì la carriera di Mario Cuomo, nel 1988 il keynote fu pronunciato da un certo Bill Clinton, mentre quattro anni fa fece conoscere al grande pubblico Barack Obama. Quest'anno è stato scelto l'ex Governatore della Virginia Mark Warner, grande amico di Obama.
Martedì verrà inoltre approvata la piattaforma del partito, ovvero i punti cardine del programma elettorale.

Mercoledì 27 il tema sarà la sicurezza nazionale: "Mettere al sicuro il futuro dell'America". In questa giornata è previsto l'intervento del candidato vicepresidente, il cui nome deve ancora essere annunciato: tra gli oratori della giornata sono previsti anche Evan Bayh e Joe Biden, ma è difficile dire se questo sia un indizio.
E' previsto anche l'atteso discorso di Bill Clinton. Tra gli altri oratori della giornata, oltre a Bay e Biden, sono previsti John Kerry, Tom Daschle, Bill Richardson, Jay Rockefeller, Harry Reid, Jack Reed e il leader afroamericano al Congresso James Clayburn.

Giovedì 28 la convention si chiuderà con il discorso di accettazione della nomination da parte di Obama. Il tema del giorno è ovviamente "Change you can believe in", e Obama sarà introdotto dal Governatore del Colorado Bill Ritter. Ma prima è prevista una colazione dei Democratici con i leader dei diritti civili tra cui Martin Luther King III e leader religiosi come il Rabbino Jack Moline.

Molti dettagli della convention Repubblicana di Minneapolis-Saint Paul sono ancora da decidere. La convention si aprirà il 1 settembre, nel giorno della festività del Labor Day, ed è la prima volta che una convention si tiene interamente a settembre.
La scelta del luogo in cui tenere la convention è stata fatta per cercare di rimettere in gioco il Minnesota, che dal 1976 non ha più votato Repubblicano alle presidenziali.
Sicuramente interverrà alla convention il Governatore Tim Pawlenty, non si sa ancora se come padrone di casa o come candidato alla vicepresidenza.
E' ancora da decidere il nome dell'oratore che pronuncerà il keynote address. Inizialmente si era parlato di uno dei candidati scartati per la vicepresidenza, in particolar modo Bobby Jindal, ma nelle ultime ore si è fatta sempre più probabile l'ipotesi che il discorso venga affidato al Governatore della California Arnold Schwarzenegger.

C'è stato un piccolo giallo riguardo la partecipazione del vicepresidente Dick Cheney, che in un primo momento avrebbe deciso di farsi da parte per non creare imbarazzo a John McCain, con cui i rapporti non sono mai stati buoni. La decisione è poi rientrata, e pare che Cheney avrà il suo spazio alla convention, così come George Bush.

martedì 19 agosto 2008

Per la MSNBC, Obama ha scelto Biden

Sul sito della MSNBC è comparsa oggi un'analisi del giornalista Howard Fineman, che dopo aver parlato con due dei possibili candidati alla vicepresidenza e con altre due persone vicine alla selezione ha scritto
"Salvo una grossa sorpresa o un cambiamento dell'ultimo minuto, Obama sceglierà il senatore Joe Biden, presidente della Commissione Esteri del Senato. 'Se dovessi scommettere sulla mia vita, punterei su Joe' ha detto uno degli altri candidati"

Biden è reduce da un viaggio in Georgia per supervisionare la crisi russa, ed ha lanciato un duro monito contro il governo di Mosca. Abile oratore con buon seguito nelle classi operaie, Biden è uno dei Democratici con maggiore esperienza in politica estera. In un momento in cui questo tema - tra crisi russo-georgiana e dimissioni di Musharraf in Pakistan - è tornato in primo piano, Obama preferisce andare sul sicuro.

Cosa deve fare adesso McCain

di Karl Rove (Wall Street Journal)

Nonostante l'entusiasmo attorno a Barack Obama, la corsa alla Casa Bianca è aperta: le analisi quotidiane di Gallup mostrano che John McCain è sempre ad un'incollatura dal rivale Democratico.
Non dovrebbe essere così vicino, Obama dovrebbe aver già preso il largo. Non che McCain abbia fatto molta strada. Pollster.com mostra chiaramente che il Repubblicano è costantemente calato da marzo a giugno, mentre la competizione in casa Democratica dominava le news. McCain si è stabilizzato a luglio, e poi ha ripreso a crescere leggermente. Ma il fatto più importante di questa estate è che Obama ha perso la sua altitudine. Gallup adesso prevede che il 23% dell'elettorato di quest'anno sarà indeciso fino all'ultimo, il doppio del 2004.

Sembra che entrambi i candidati fatichino a conquistare la base. Il problema di Obama è che solo il 74% dei Democratici lo sostiene, secondo Fox Poll, mentre McCain è sostenuto dall'86% dei Repubblicani. Ma il sostegno di McCain non ha la stessa intensità di quello di Obama. L'ultimo sondaggio Pew mostra che il 24% degli elettori sostiene "molto" Obama, contro il 17% di McCain.
Su Obama permangono vecchi dubbi. Nell'ultimo sondaggio di luglio del Washington Post, il 46% ha detto che a Obama manca esperienza, lo stesso numero di marzo, prima che spendesse 119 milioni di $ in spot per rafforzare la propria imamgine. Nel febbraio del 2000 il 59% disse che George W. Bush aveva l'esperienza sufficiente per essere presidente, e il numero crebbe in campagna elettorale. Ora Obama deve affrontare dubbi sul fatto che sia calcolatore, arrogante ed egocentrico.

Allora cosa deve fare adesso McCain? Giustamente sta sollevando domande sull'abilità di Obama, iniziando dall'errore di giudizio riguardo l'aumento di truppe in Iraq. McCain deve continuare su questa linea ma ha bisogno di aiuto.
McCain ha correttamente ripreso Obama che aveva lasciato intendere che il Gop adottasse una linea di condotta razzista, ma ora deve trovare il modo di convincere gli elettori che dietro la retorica di Obama non c'è niente. La stessa cosa che permise a Walter Mondale di sconfiggere Gary Hart nelle primarie del 1984. Vista la scarsa esperienza di Obama, l'obiettivo può essere raggiunto.
Ma dopo aver convinto gli elettori a non votare per Obama, deve convincerli a votare per McCain. Gli elettori pensano che McCain metta gli interessi dell'America al primo posto. Ma per fare cosa?
Nelle prossime settimane, deve presentare un forte programma di riforme. Ha parlato di energia, ma ha fatto degli errori. Deve presentarsi di fronte alle fabbriche che hanno bisogno di energia a basso prezzo, ai piccoli imprenditori alle prese con i prezzi dei carburanti, ai lavoratori che rischiano di perdere il posto, e non davanti alle piattaforme petrolifere. Deve spiegare come le sue decisioni cambieranno la vita delle famiglie.

McCain deve anche cercare di elevare i suoi ragionamenti. Il punto non è solo che lui si oppone agli aumenti alle tasse e Obama no. McCain deve spiegare che ci deve essere un limite a quello che il governo può volere dai cittadini, questo è un argomento vincente. Oggi la maggiore aliquota è al 35%, e l'89% degli americani ritiene che non dovrebbe superare il 30%.
McCain deve anche trovare argomenti che accendano l'entusiasmo dei Repubblicani e piacciano agli indipendenti, e non deve aver paura di apparire bipartisan. Su questo terreno può indebolire Obama. McCain deve cercare l'opportunità di mostrarsi dalla parte dei deboli, di andare contro i poteri forti. In Ohio, ad esempio, deve difendere il libero scambio e scoprirà quante persone capiranno che abbattere le barriere favorirà la prosperità del loro stato.

Poi c'è la questione caratteriale. McCain è la persona più riservata a candidarsi alla presidenza dai tempi di Calvin Coleridge negli anni '20. Deve aprirsi di più, specialmente sulla fede. Le campagne di Obama e McCain sono specchi riflessi. McCain offre poco di sè, Obama non fa altro.
La convention Repubblicana sarà la migliore chance per McCain di rafforzarsi. Le migliori menti della sua campagna devono lavorare sul suo discorso.
Obama ha il cammino più facile verso la vittoria: convincere gli elettori indecisi che è in grado di guidare il paese. McCain invece deve convincerli che il suo avversario è inadatto e che lui ha le idee migliori. C'è bisogno di uno sforzo concentrato e disciplinato. Fin qui McCain ha condotto una campagna alla giornata e a braccio, ma questo non lo porterà alla Casa Bianca.

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lunedì 18 agosto 2008

Sondaggi: la situazione dei Grandi Elettori/ 2

Nuovo aggiornamento sulla situazione stato per stato. Rispetto a due settimane fa, Obama resta stabile a 284 Grandi Elettori (14 in più della maggioranza richiesta), ma McCain ne guadagna 22 passando da 147 a 169.
Ricordo che questi dati vengono raccolti da Pollster e rappresentano non una media dei vari sondaggi ma un trend, e tengono quindi in considerazione la tendenza stimata nell'ultimo periodo di analisi.
L'aumento è dovuto al consolidarsi della situazione in due stati che nel precedente aggiornamento erano segnati in giallo mentre ora hanno rafforzato la propria tendenza: North Carolina (15 Grandi elettori) e Arizona (10 Grandi elettori). McCain perde però i 3 Grandi Elettori dell'Alaska: lo stato ora è tra gli indecisi, con Obama che ha clamorosamente superato il Repubblicano, penalizzato da uno scandalo che ha coinvolto alcuni senatori e persino la Governatrice Repubblicana Sarah Palin. E' dagli anni '70 che l'Alaska non vota un Presidente Democratico.
A livello nazionale, Pollster dà Obama al 45,1% contro il 42,8% di McCain: due settimane fa Obama era al 46,6% e McCain al 44,4%: il distacco è quindi invariato ma aumenta il numero degli indecisi.
Poche variazioni negli stati chiave: Obama ha saldamente in mano la California (55 Grandi elettori, con circa 18 punti di distacco), il Minnesota (10 Grandi elettori, 9,5% di distacco), la Pennsylvania (21 Grandi elettori, 8,5% di vantaggio). Puiù sfumato il vantaggio in Ohio, 20 Grandi elettori, limitato a 3,5 punti.
Tra gli stati più importanti McCain ha saldamente in pugno solo il Texas (34 Grandi elettori, 7 punti di vantaggio), ma è in vantaggio anche in North Carolina (15 Grandi elettori, 4,4% di vantaggio) e la Georgia (15 Grandi elettori, 5,5% di vantaggio).
Ancora in bilico Virginia (dove Obama ha meno dell'1% di vantaggio), Missouri (qui è McCain in vantaggio) e soprattutto la Florida (27 G.E.), dove però il Repubblicano ha messo a segno una decisa rimonta portandosi ad un punto di vantaggio.
Tuttavia gli analisti fanno notare come in alcuni stati chiave, come proprio la Florida, negli ultimi anni sia cresciuto il peso delle minoranze, soprattutto nere e ispaniche, che hanno modificato la composizione delle liste elettorali. Il 93% delle contee americane è "meno bianco" di quanto non fosse all'inizio del decennio, secondo l'ultimo censimento, e questo vale soprattutto per quegli stati che hanno deciso le elezioni del 2000 e del 2004, come Florida e Ohio